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LA STORIA DELLA FOTOGRAFIA

L’invenzione della fotografia la dobbiamo però a Joseph Nicéphore Niepce. Il suo obiettivo era trovare una sostanza che catturava la luce e durava nel tempo.  Nel suo primo esperimento, dove aveva usato il cloruro d’argento, l’immagine era invertita mostrando gli oggetti bianchi su sfondo nero. Niepce morì prima di concludere i suoi studi insieme a Daguerre. Quest’ultimo continuò la sua ricerca, e il 19 agosto 1839 venne reso pubblico il suo procedimento. Utilizzando una lastra di rame a cui era sovrapposta una sottile foglia di argento lucidato e, grazie all’esposizione ai vapori di iodio, avveniva una reazione che formava lo ioduro d'argento. Questo materiale diventava di nuovo argento mettendolo nella camera oscura. Infine la lastra veniva esposta ai vapori di mercurio e bagnata nel sale che la rendeva più duratura.

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Questa tecnica veniva chiamata Dagherrotipo e viene ritenuta la prima fotografia, inventata dopo gli studi e i miglioramenti della eliografia di Niepce.

Tra le più importanti aziende abbiamo la Polaroid. All’inizio come sappiamo la fotografia è sempre stata in bianco e nero, solo nel 1859 il fisico James Clerk Maxwell studiò come rendere le fotografia a colori. Negli anni questo processo venne migliorato da diversi fotografi come l’inglese William Henry Fox Talbot, che inventò il Calotipo e poi Frederick Scott nel 1851, che sviluppò un metodo chiamato "collodio umido". L’invenzione della prima vera macchina fotografica la dobbiamo però a George Eastman, la cui macchina fotografica era capace di fare 100 scatti.

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